La mission di un’università

è già tutta racchiusa nel suo nome: universĭtas.
Apertura, pluralità, libertà, incontro, appunto: “universalità”.

 

L’università è un libro 
scritto sempre a metà. Il libro è tuo e lo stai scrivendo.
Sai che il futuro avrà ogni volta le sue pagine bianche da aggiungere.
E che per raggiungere nuovi traguardi nella ricerca come nello studio occorre riscriverne ogni giorno il senso.
 

L’università forma 
la persona, le chiede anzitutto di avere profonda consapevolezza della propria cittadinanza.
Sapere vuol dire sfidare i tempi, saperli scuotere.
Un’interpretazione preconfezionata non è mai buona: ogni interpretazione pretende infatti una mente critica.
 

L’università si fonda
oggi sulla propria autonomia, anzi è la propria autonomia (statutaria, didattica, scientifica, organizzativa, amministrativa, finanziaria e contabile).

I valori della nostra Università

sono riuniti in un’unica grande volontà: continuare a essere, a costituire un’unità dei saperi condivisa.
Sapere cioè incarnare quella totalità che tenga fede al suo nome.

 

Universitas Studiorum Bergomensis
L’Università degli studi di Bergamo ha a cuore tanto lo sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica quanto la formazione intellettuale, ossia la didattica.
L’alta formazione è sempre prima di tutto educazione: ex-ducere, tirar fuori, condurre, portar fuori.
Tutto ciò che di buono ci sarà ha già casa nel talento di ogni singolo studente.
 

«L’università è una comunità»
recita lo Statuto. Comunità significa condivisione, cooperazione, di studenti, docenti, ricercatori, personale amministrativo e tecnico e di servizio, tutti uniti nel rispetto e per la promozione della persona umana.
 

L’Università degli studi di Bergamo contribuisce
al progresso culturale, sociale, economico del territorio.
Terza missione, public engagement: sono queste le dimensioni che oggi vanno facendosi più vivide e che la nostra università è pronta a interpretare e a vivere. Continuare ad avere un profondo legame con la città non è un limite al sentire quanto l'internazionalità sia oggi l'orizzonte cui aprire maggiormente lo sguardo.
È tenendo fede alle proprie radici, infatti, che la capacità di istituire rapporti e confronti con le realtà istituzionali, sociali, culturali e produttive cresce. Siano esse locali, nazionali o internazionali.