Tutta la comunità universitaria è in lutto per la scomparsa del Prof. Pietro Enrico (per tutti Piero) Ferri, Rettore del nostro Ateneo dal 1984 al 1999.

Una grave, immensa perdita per l'Università degli studi di Bergamo, per la sua storia.

Professore di Economia, con importanti riconoscimenti a livello internazionale, il Prof. Ferri ha contribuito alla crescita e allo sviluppo della nostra Università: ricordiamo in particolare la costituzione dell'allora Facoltà di Economia e Commercio e della sede universitaria di Ingegneria a Dalmine, ma soprattutto il ruolo determinante che il Prof. Ferri ha avuto nel passaggio cruciale del 1992, quando l'Ateneo divenne istituzione statale.

 

6 giugno 2022: le parole del Rettore, prof. Sergio Cavalieri

Egregio Signor Ministro, Gentili Autorità, Care Colleghe e Cari Colleghi,

la nostra comunità universitaria si stringe oggi attorno alla moglie Camilla, alla figlia Chiara e al caro nipote Diego per ricordare la figura di Pietro Enrico Ferri, professore emerito e indimenticabile Rettore del nostro Ateneo. Piero, come lui preferiva farsi chiamare.
È un momento doloroso quello del trapasso di una persona, soprattutto per i suoi cari che hanno avuto la fortuna di condividere gli affetti e le premure di un marito, padre e nonno. È un momento doloroso anche per i suoi allievi e colleghi che con lui hanno vissuto i momenti pioneristici del nostro Ateneo, condiviso la passione per la ricerca e l’amore per la formazione dei giovani.

Ma è anche un momento di riflessione per tutti noi, un momento in cui fermarci e raccoglierci per qualche minuto per prendere consapevolezza del nostro presente. Un presente che non è frutto di una successione di eventi casuali, ma dell’azione lungimirante, a tratti visionaria, e al tempo stesso pragmatica e concreta di chi ha assunto le responsabilità politiche del nostro Ateneo. Un Ateneo ancora giovane, che quest’anno compie il suo 54-esimo anno dalla sua istituzione, avvenuta nel 1968 come Libero istituto universitario di Lingue e letterature straniere.

Come ricercatori e docenti siamo infatti spesso proiettati a guardare al futuro e dare un futuro ai nostri studenti. Siamo però anche consapevoli che si può uscire dal porto e impostare una rotta solo dopo essersi assicurati che qualcuno prima di noi abbia provveduto a garantire un corretto armamento della propria imbarcazione.

 

Il Rettore Piero Ferri

Se siamo qui oggi, se apparteniamo ad una università riconosciuta a livello nazionale e internazionale, forte di una sua ricchezza interdisciplinare, motore di innovazione sociale, culturale e tecnologico del territorio, con una struttura reticolare dei propri campus, lo dobbiamo all’operato di persone come il professor Ferri, nostro Rettore dal 1984 al 1999, ben 15 anni di mandato rettorale, il più lungo della storia di UniBg, quasi un terzo dell’intera vita del nostro Ateneo.
Questi giorni, segnati da una profonda tristezza per la perdita di un collega, sono stati per me l’occasione per approfondire la storia dell’Ateneo, immedesimandomi nelle scelte difficili, immagino allora molto sofferte, compiute dal Professor Ferri e dai suoi collaboratori, penso in particolare all’allora direttore amministrativo dott. Domenico Danisi, anche lui recentemente scomparso.

Scelte che, a posteriori, si sono rivelate determinanti per la crescita e il consolidamento di UniBg, ma che nel momento in cui sono state prese saranno state sicuramente causa per lui di notti insonni per il risvolto che potevano avere sul futuro dell’Ateneo. Scelte che richiedevano un atto di fiducia da parte delle istituzioni nazionali e locali, del mondo sociale, economico e industriale del territorio. Atto di fiducia verso l’istituzione universitaria possibile solo se si può riporre fiducia nei confronti di chi ne è il timoniere.
Immagino i suoi viaggi a Roma al Ministero dell’Istruzione e dell’Università per legittimare il ruolo e l’identità della nostra università in una fase cruciale della sua vita, quella della sua trasformazione da Libero Istituto Universitario a Università statale degli studi di Bergamo avvenuta trent’anni fa, per l’esattezza il 1° novembre 1992.
Trasformazione che, si badi bene, non riguardava una semplice ridenominazione ma un radicale cambiamento.

Piero Ferri contribuì in modo decisivo alla statizzazione del nostro Ateneo, momento significativo per poterne assicurare un futuro. Ci fu allora un forte dibattito, con una parte del territorio che era fortemente contraria a questo passaggio, nel timore di perdere quell’autonomia che una libera università poteva esercitare. Fu in realtà la vera svolta per l’Ateneo, perché gli consentì di passare da una fase adolescenziale a una di piena crescita e maturità, grazie all’acquisizione di risorse finanziarie e umane che altrimenti non sarebbero state disponibili.
Ma non fu certo un passaggio semplice.

Per diventare un Ateneo statale occorreva anche avere una massa critica, soddisfare dei requisiti, quale quello di avere almeno tre Facoltà. E così, grazie all’appoggio direi incondizionato, all’entusiasmo delle forze economiche e politiche del territorio, alla Facoltà di Lingue e letterature straniere e alla neonata Facoltà di Economia e Commercio si aggiunse quella di Ingegneria, individuando, direi nottetempo, nella sede di Dalmine una sua locazione provvisoria.
Una vera rivoluzione nell’arco di poche settimane, pochi giorni. Ma, come molte rivoluzioni, non avvenne per caso, non fu l’esito fortuito di circostanze imprevedibili, ma il frutto di un lungo percorso, di una fitta rete di relazioni intessute nel corso degli anni.

Visione, perseveranza, progettualità che, unite al tempismo e alla capacità di cogliere l’attimo, hanno rappresentato la miscela ideale per dare un futuro al nostro Ateneo e creare le premesse, le linee guida che avrebbero caratterizzato l’azione dei Rettori che gli si sono succeduti, il compianto Alberto Castoldi, Stefano Paleari e Remo Morzenti Pellegrini, qui presenti oggi a dare anche loro un ultimo tributo a Piero.
Una delle preoccupazioni principali del Prof. Ferri riguardava, ieri come oggi, il problema degli spazi come ebbe modo anche di ribadire con forza il 21 novembre 1998 in occasione dei festeggiamenti per i primi trent’anni di vita dell’Università alla presenza dell’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Contrario all’idea di un campus centralizzato, immaginava già una sua articolazione policentrica non soltanto attraverso l’istituzione del polo di Dalmine ma gettando anche le basi di quello che sarebbe diventato il polo umanistico di Sant’Agostino successivamente ampliatosi, per volontà del successore Prof. Castoldi, con la sede di Pignolo dell’ex collegio Baroni e il campus di Economia e Management di Caniana.

 

Lo studioso e docente Piero Ferri

Nonostante i numerosi anni di intenso impegno istituzionale, il Prof. Ferri non interruppe l’attività di ricerca scientifica: i suoi interessi si mossero dall’economia del lavoro per collocarsi poi nella macroeconomia, filone al quale dedicò una sempre maggiore attenzione e in cui di fatto si pone fra gli studiosi di rilievo nel panorama internazionale.
Da sempre attento allo sviluppo di un approccio al tempo stesso pragmatico e quantitativo, nel corso degli anni contribuì all’avanzamento della frontiera economica coniugando la profonda conoscenza dei fatti con la capacità di gestire e utilizzare gli strumenti teorici quantitativi.

Il prof. Ferri si è distinto come uomo di visione, capace di sintetizzare in modo originale i temi cruciali dell’analisi macroeconomica. Dobbiamo a lui le proficue collaborazioni con economisti di grande fama internazionale, come Hyman Minsky, con il quale dal 1979 instaurò un intenso rapporto di amicizia, tipico di studiosi che coltivano la stessa passione per la ricerca e il desiderio di spostare sempre più in là i confini del sapere. Collaborazioni che portarono alla pubblicazione di alcuni fondamentali contributi sull’instabilità finanziaria e sul ruolo dello Stato nel contenimento di dinamiche esplosive. Di tale intensa collaborazione ne è testimonianza l’intitolazione dell’allora Dipartimento di Scienze Economiche al grande economista americano e la honorary professorship conferitagli nel 2002 dalla Washington University di St. Louis.

Nonostante l’evoluzione della malattia, nelle scorse settimane continuava a operare, con la stessa passione e amore per la ricerca, con i colleghi e le colleghe di UniBG suoi allievi, ospitando a casa sua amici storici come Steve Fazzari, anche lui allievo di Minsky, con il quale stava lavorando alla stesura di un nuovo articolo.
In ultimo, ma non certo meno rilevante, l’impegno sempre profuso nella divulgazione didattica dei risultati delle proprie ricerche. Dalle testimonianze raccolte in questi giorni da Colleghe e Colleghi qui presenti oggi in questo momento di ricordo, suoi allievi studenti o ricercatori, emerge come egli fosse molto abile nel trasmettere la passione per le sue ricerche e il suo sapere coinvolgendo e stimolando la riflessione critica nei giovani, con uno spiccato senso dello humor ed una gradevole ironia. Le sue lezioni hanno conquistato generazioni di studenti e spinto molti di loro a intraprendere la carriera accademica e l’indagine economica applicata.
Un’importante eredità per gli allievi e i colleghi che hanno collaborato con lui per consolidare ulteriormente quella rete di rapporti internazionali che ha coltivato e che permettono oggi al nostro Ateneo di vantare delle solide basi di ricerca nel mondo delle scienze economiche.

In conclusione, mi sento di esprimere a nome di tutta la nostra comunità universitaria un forte senso di riconoscenza a Piero Ferri per la passione, l’impegno e il profondo senso delle istituzioni che ha animato il suo pensiero e il suo operato. È e rimarrà un esempio per noi e per i nostri giovani.
Camilla, Chiara e Diego, vi siamo vicini in questo momento molto triste ma, se vi può essere di conforto, sappiate che la memoria del vostro caro Piero rimarrà imperitura in tutti noi.
Il prof. Ferri è parte non solo della storia, ma anche del presente e del futuro del nostro Ateneo.

 

                                                                                          Il Rettore
                                                                                 prof. Sergio Cavalieri