Dodici turni in tre giorni, suddivisi in sessioni da un’ora ciascuno, per proclamare – e acclamare – oltre mille laureati dei vari degli otto Dipartimenti UniBg: ancora una volta l'evento si ripete con la ormai nota formula adottata dall'Università degli studi di Bergamo per permettere lo svolgimento di proclamazioni di lauree triennali più sostenibili, che salvaguardino luoghi e ambiente.
L'11 dicembre è stato dedicato ai laureati dei corsi di Scienze dell'Educazione, Scienze Psicologiche, Scienze Motorie e Sportive e Lingue e Letterature Straniere Moderne;
il 12 dicembre ai laureati di Economia, Giurisprudenza, Economia Aziendale;
il 13 dicembre, infine, ha visto protagonisti i laureati di Economia Aziendale, Ingegneria delle tecnologie per l'edilizia; Ingegneria meccanica, Ingegneria delle tecnologie per la salute, Ingegneria gestionale, Ingegneria informatica, Lettere, Filosofia, Scienze della Comunicazione.
Discorso Prof. Sandonà – Dipartimento di Giurisprudenza
Gentili ospiti, stimati colleghi, famiglie, amici, neolaureati in Economia e soprattutto voi, nuove giuriste e giuristi!
Mi sembra il modo più onorevole per chiamarvi.
È un onore, per me, poter parlare in questo giorno di celebrazione e traguardi. Siamo tutti qui per voi.
In questa magnifica sala nella quale le forme solenni riecheggiano da sette secoli per rendere omaggio al vostro impegno, alla vostra determinazione e al percorso di crescita che avete compiuto in questi anni.
La laurea in Diritto per l’Impresa Nazionale ed Internazionale rappresenta molto più di un titolo accademico.
Rappresenta il frutto di sacrifici, di giorni e notti passate sui libri, di lunghe lezioni e di esami che, talvolta, possono esservi sembrati insormontabili: tutti “mattoni” fondamentali nella costruzione della vostra formazione.
E questo percorso – che ne siate già consapevoli o meno - vi ha trasformati non solo come studenti, ma come persone pronte ad affrontare le complessità del mondo.
Guardandovi oggi, infatti, vedo futuri professionisti, dirigenti, cittadini consapevoli e individui pronti a contribuire in maniera significativa al progresso della società.
Il diritto è il cuore pulsante della nostra convivenza civile. È dappertutto. Regola i nostri rapporti, tutela i nostri diritti e garantisce l'equilibrio tra libertà individuali e bene comune.
Voi avete scelto di studiare e fatto vostra una disciplina che richiede rigore, analisi critica e profondo senso di giustizia.
Queste qualità dovranno essere le vostre bussole, sia che decidiate di proseguire gli studi, sia che intraprendiate immediatamente una carriera professionale o continuate a svolgere il lavoro che ha affiancato il vostro percorso di studi.
Ma oggi non è solo il momento di guardare al futuro.
Oggi è anche il momento di celebrare il passato, di ricordare il viaggio che vi ha condotto qui.
Non dimenticate di ringraziare chi vi ha sostenuto lungo il cammino: i vostri genitori, i vostri nonni, gli amici, i docenti che vi hanno ispirato e voi stessi, per non aver mai smesso di credere nelle vostre capacità.
In un mondo in costante evoluzione, dove nuove sfide emergono ogni giorno, è fondamentale mantenere viva la curiosità intellettuale e l'impegno etico che vi hanno guidato fin qui.
Siate sempre pronti a imparare, a mettervi in discussione, a contribuire al miglioramento delle istituzioni e della società. La vostra conoscenza e il vostro senso di responsabilità saranno gli strumenti più potenti di cui disponete per affrontare le sfide del domani.
Tra poco verrete proclamati dottori e con questo titolo vi consegneremo non solo il riconoscimento del vostro percorso accademico, ma anche la responsabilità di usare il sapere acquisito con saggezza, integrità ed equilibrio.
Credete in voi stessi e nei valori che vi hanno portato qui.
Siate un esempio per coloro che vi seguiranno.
Permettetemi una battuta conclusiva.
Da chi non lo conosce a fondo il diritto potreste sentirvi dire che esso, alle volte, appare come un’angusta gabbia di regole. Ma non è così. Voi ora sapete che non è così.
Come disse un grande giurista del Novecento “Il diritto non è una gabbia, ma un'ala che ci solleva sopra le miserie umane, per cercare giustizia e dignità per tutti.”
Portate con voi queste parole e usatele come guida nei momenti di incertezza.
Congratulazioni o, come più si addice al contesto, AD MAIORA!
Discorso Prof. Redondi – Dipartimento di Ingegneria Gestionale, dell’Informazione e della Produzione
Benvenuti a questa cerimonia di proclamazione, un momento di grande gioia e orgoglio in cui celebriamo il coronamento di un percorso impegnativo quale il conseguimento della laurea in ingegneria.
Qualche anno fa avete iniziato questo cammino con sogni, ambizioni e forse anche qualche dubbio e incertezza. Avete affrontato esami difficili, vi siete confrontati anche con gli insuccessi, periodi nei quali niente sembrava andare per il verso giusto, nei quali forse avete pensato di abbandonare il percorso, ma non lo avete fatto. Avete incontrato molte altre difficoltà, anche a livello personale, che sono quelle che la vita ci mette davanti.
Importante ricordare oggi che voi non siete soli in questo traguardo: dietro di voi ci sono i vostri docenti che vi hanno accompagnato nel percorso e vi hanno seguito nel lavoro di tesi, i vostri compagni di corso, alcuni dei quali fanno oggi parte della vostra vita e saranno un riferimento importante anche per il futuro, e, naturalmente, le vostre famiglie e amici, che vi hanno sostenuto anche nei momenti più difficili.
Lasciatemi però ricordare che la laurea non è solo un traguardo, ma anche un punto di partenza.
I tassi di occupazione post-laurea per chi decide di non continuare gli studi sono ai massimi livelli. Tutti gli ingegneri trovano un posto di lavoro in pochi mesi dalla laurea. Una buona parte di voi già lavorava prima di laurearsi.
Nel guardare avanti, però, vi invito a non fermarvi a questo traguardo. Proseguire gli studi con una laurea magistrale può aprirvi a opportunità ancora più grandi: specializzarvi in un campo di vostro interesse, accedere ad avanzamenti di carriera e posizioni di leadership, che altrimenti potrebbero esservi precluse, e contribuire in modo ancora più incisivo al mondo del lavoro, e soprattutto come persone, contribuire alla società in cui viviamo. Voglio sottolineare che la laurea magistrale non è riservata solo a chi sceglie di studiare a tempo pieno: esistono percorsi e formule che permettono di conciliare lo studio con il lavoro, permettendovi di continuare a crescere professionalmente senza dover rinunciare alla formazione. Fatelo innanzi tutto per voi!
Una cosa è certa: anche per chi andrà a lavorare, gli esami non finiscono oggi. Nel mondo del lavoro ogni giorno è un esame. Una delle competenze più importante che ingegneria vi ha dato è “il metodo” che vi permetterà di capire come affrontare e superare i problemi che la vita professionale vi metterà davanti. Qualunque scelta facciate non smettete mai di imparare, di migliorarvi e di credere nelle vostre capacità.
Congratulazioni ancora a tutti voi per questo importante risultato. Che questo giorno sia l’inizio di un futuro ricco di soddisfazioni personali e professionali.
Discorso Prof. Paternoster – Dipartimento di Lettere, Filosofia, Comunicazione
Care studentesse, cari studenti, anzi, care/i neolaureate/i, nell’accomiatarci, per il momento, da voi, lasciatemi - lasciateci - esprimere un paio di considerazioni relative al percorso che vi ha portato qui.
La prima considerazione è che abbiate trovato un ambiente accogliente e intellettualmente stimolante. Accogliente perché - credo - nessuno di voi si è mai sentito un numero e il salto dalle scuole superiori non è stato drammatico, al netto di qualche eventuale piccolo spaesamento iniziale; stimolante perché avete incontrato nuove discipline, avete sviluppato le competenze per intuire e costruire nessi interdisciplinari, avete per la prima volta avuto occasione di ascoltare/confrontarvi con studiosi stranieri;
ma soprattutto, voi stessi avete contribuito in prima persona alla costruzione di un ambiente accogliente e stimolante, tessendo relazioni e in generale partecipando alla vita universitaria, che non si riduce allo stare in aula;
la seconda considerazione è che oltre alle competenze e alle conoscenze che avete appreso in questo primo percorso accademico, abbiate fatto vostri i valori che avete maturato o consolidato in questo percorso: il rispetto per l’altro, la curiosità intellettuale, il desiderio di portare un vostro contributo alla costruzione di un mondo migliore, coniugando l’apertura verso l’innovazione e l’attenzione per la tradizione.
Sicuramente avrete dovuto di tanto in tanto stringere i denti, avrete passato qualche momento di difficoltà -- basti ricordare la drammatica esperienza del COVID, di cui voi avete vissuto in università solo la coda ma, e probabilmente è stato anche peggio, la sua acme alle scuole superiori -- ma oggi siete qui a testimoniare come l’impegno e la passione consentano di raggiungere i traguardi che vi siete prefissati.
Potete a buon diritto celebrare il raggiungimento di un traguardo importante e altrettanto legittimamente godervelo, con la consapevolezza, tuttavia, che il traguardo che avete raggiunto è allo stesso tempo l’inizio di un nuovo percorso, nel quale dovrete far fronte a nuove sfide e si apriranno nuove opportunità.
Gentili genitori, grazie per avere creduto e dato fiducia alle vostre ragazze e ai vostri ragazzi, come spesso emerge dalle affettuose dediche presenti nelle loro tesi di laurea. Spero che questa piccola cerimonia ripaghi simbolicamente i sacrifici fatti anche da voi.
Discorso Prof.ssa Moroni – Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere
Oggi è un giorno importante. Siamo qui per festeggiare la vostra laurea, la conclusione di un percorso importante ma anche l’inizio di una nuova fase della vostra vita.
Vorrei invitarvi a ripensare e riflettere sul percorso che concludete oggi.
Io sono entrata in carica come presidente del corso proprio da poche settimane.
Ho partecipato a diverse cerimonie di proclamazione fin dall’inizio del 2021 quando ho iniziato a lavorare qui- ma questa è una delle prime occasioni in cui tengo un discorso. E nelle scorse settimane ho pensato a cosa dirvi. Le riflessioni che ho fatto riguardano tre parole chiave/tre aspetti.
Il primo è la scoperta. Ho pensato alle scoperte che avrete fatto sicuramente in questi anni.
In particolare vorrei che pensiate a dei temi, delle discipline e degli approcci che avete scoperto qui. Sicuramente vi sarete stupiti, all’inizio avete frequentato corsi di discipline (nomi di insegnamenti nuovi) che non conoscevate dalla scuola o che conoscevate ma che sono state affrontate con metodi e approcci diversi. Ripensate agli aspetti che vi hanno entusiasmato e che magari hanno fatto nascere una passione in voi, delle passioni che vi accompagneranno per tutta la vita. È un grande privilegio avere il tempo nella propria vita di esplorare studi e ambiti di ricerca diversi e capire cosa ci piace e cosa ci interessa e in cosa siamo più bravi ma anche cosa invece non ci riesce bene. Capire chi siamo, che doni e potenzialità abbiamo.
E il secondo aspetto che secondo me vi aiuta a ripercorrere questo triennio e a riconoscerne il valore è proprio l’aspetto del tempo. Il tempo che avete avuto per studiare, sicuramente anche grazie ai vostri genitori e a chi vi ha sostenuto o anche grazie a voi stessi perché avete lavorato per pagare gli studi. È un tempo prezioso. Magari molti di voi, come lo è stato per me, appartengono alla prima generazione in famiglia che si laurea. È un grande privilegio: Avete avuto la possibilità e il tempo di studiare.
Molti di voi hanno iniziato a studiare quando le lezioni si svolgevano a distanza a causa della pandemia. E in questa fase voi ma anche noi docenti abbiamo imparato ad apprezzare ancora di più il tempo della salute e dello stare insieme. E poi pensate al tempo in questi anni di studio in cui avete potuto stringere amicizie importanti, con i vostri colleghi di studio che vi hanno aiutato.
Infine vi invito a pensare alla bellezza di sapersi muovere in una lingua e cultura altra che è diventata parte di voi. Io all’inizio – e avevo già studiato tedesco per qualche anno – sono andata in Erasmus in Germania a Saarbrücken e ho fatto l’esperienza di non riuscire a segmentare il flusso del parlato e non trovare le parole che avevo studiato/non riconoscerle e ho fatto l’esperienza meravigliosa di vedere come piano piano il flusso diventa segmentabile. Anche voi siete entrati piano piano nelle lingue, nelle letterature e in mondi in cui non sapevate stare e in cui adesso vi sapete muovere.
Anche con la prova finale, che forse vi ha spaventato, avete imparato a muovere i primi passi tra le fonti, la bibliografia, i contenuti complessi e l’approfondimento di una questione/domanda di ricerca.
Ecco, a me sembra che, per questi aspetti, sia valsa la pena aver studiato qui, aver affrontato le sfide.
Oggi è un giorno importante anche per noi docenti perché possiamo vedere che siete pronti a entrare nel mondo del lavoro o a proseguire gli studi con più consapevolezza, magari in uno dei corsi di laurea magistrale offerti dal nostro dipartimento.
I miei colleghi, le mie colleghe ed io vi ringraziamo per esservi affidati a noi per il vostro percorso di laurea triennale e vi facciamo i nostri complimenti per questo traguardo.
Discorso Prof.ssa Andreini - Dipartimento di Scienze Aziendali
Benvenuti genitori, parenti e soprattutto a voi tra pochissimo dottoresse e dottori in Economia. Aziendale.
Guardatevi intorno, quanti volti sorridenti e soddisfatti, che, come all’arrivo di una maratona, dimenticano la fatica e i dolori di una lunga e sfidante impresa.
È proprio in questi momenti che si apprezzano i sacrifici fatti, le rinunce ad uscire con i propri amici, le notti insonni, le mattine gelate per prendere i mezzi, gli scioperi, l’ansia degli esami e i risparmi centellinati per arrivare al traguardo.
Il Dipartimento di Scienze Aziendali laurea ogni anno quasi 1.000 studenti (quasi un quarto degli studenti dell’Università di Bergamo). Il 60% risiede a Bergamo e provincia, il 35% proviene da altre province lombarde e il 5% da fuori regione, e gli studenti fuori sede stanno sempre più aumentando, a dimostrazione della capacità del dipartimento di attrarre studenti da tutta Italia.
Ma quello che più colpisce leggendo le statistiche è che il 76,2% di questi laureati sono laureati di prima generazione, ovvero i primi nella loro famiglia a conseguire un titolo universitario.
Questo dato sottolinea il ruolo cruciale del Dipartimento di Scienze Aziendali come motore di mobilità sociale, apre nuove opportunità e contribuisce a ridurre le disuguaglianze.
La presenza di giovani laureati in management arricchisce il capitale umano locale, favorendo lo sviluppo economico delle imprese e del territorio in modo silenzioso. I laureati di prima generazione, infatti, tendono a rimanere nel territorio di origine, portando nuove competenze e stimolando l'innovazione.
Molti di voi hanno fatto e faranno esperienze all’estero, portando nuova linfa, idee nel territorio.
Ma quello che speriamo di avervi trasmesso è la curiosità e la voglia di continuare ad apprendere, a non smettere di studiare e di fare esperienze di apprendimento anche fuori dal proprio territorio.
Dalla nostra parte noi ce la mettiamo tutta, lavoriamo costantemente per sviluppare didattica innovativa, integrata con il ricchissimo network di imprese e organizzazioni territoriali, che permettono una formazione applicata e sperimentale, livelli di soddisfazioni che, secondo i dati di Alma Laurea, superano il 90% tra studenti e gli stakeholder.
Il dipartimento di Scienze aziendali offre numerose opportunità di mobilità all’estero soprattutto nella laurea magistrale. Oltre alle borse Erasmus, il dipartimento di Scienze Aziendali offre opportunità di Doppio Titolo con l’università di Stoccarda per International Management and Marketing; il Doppio titolo con l’università Dundee per Accounting, Governance and Sustainability, il doppio titolo con Krems in austria e il primo Joint Program di Ateneo, MERCURI che permette di ricevere ben 4 doppi titoli.
Vi sono poi anche programmi internazionali in loco, come le Summer School e più di 20 visiting professor che tutti gli anni visitano il nostro dipartimento da tutto il mondo, senza contare tutti i collaboratori alla ricerca e i centinaia tutor e assistenti che permettono la personalizzazione ed internazionalizzare la didattica anche per gli studenti che non si possono permettere di fare esperienze all’estero!! Viaggiare, restando tra le aule e i laboratori dell’università, non ha prezzo.
In questi 50 anni, il Dipartimento di Scienze Aziendali è diventato molto più di un semplice luogo di studio: è una famiglia, una fucina di talenti, un punto di riferimento per il territorio. E questo grazie all'impegno e alla passione di tutti: docenti, ricercatori, studenti, personale amministrativo. Insieme, abbiamo costruito una realtà di eccellenza, e insieme continueremo a scrivere nuove pagine di questa storia.
Non lasciate che questa esperienza sia solo un mezzo, una piccola parentesi della vostra vita, fate in modo che diventi un vostro punto di riferimento e un luogo di ispirazione.
Il Dipartimento di Scienze aziendali offre cinque lauree magistrali:
- Due lauree magistrali in lingua italiana (dall’anno prossimo 3 lauree)
- tre lauree magistrali in lingua inglese, coprendo l’accounting, il management, la finanza, l’organizzazione aziendale, l’entrepreneurship, la sostenibilità e questo significa esperti e studiosi di queste materie, persone che dedicano la loro vita al servizio degli studenti, delle organizzazioni e del territorio.
Contattate i vostri docenti durante la vostra carriera, aggiornateli, voi sarete quelli che in veste di manager chiederanno tirocinanti all’università, lo sviluppo di ricerche innovative da sviluppare insieme. Fate in modo che l’ambiente che vi ha accolto e che vi ha sfidato e vi ha supportato lo faccia anche in futuro. Noi, docenti, personale tecnico amministrativo, ricercatori e tutor siamo qui, perché questa è la nostra missione e crediamo nel valore della formazione a 360°
La commissione, il personale tecnico amministrativo del Dipartimento di Scienze Aziendali fa quindi i più sentiti complimenti per questo traguardo a tutti gli studenti che sono i primi della loro famiglia a ricevere una laurea, a quelli che continuano la tradizione accademica famigliare, a chi ha esplorato altri percorsi per poi trovare quello adatto, a chi ha deciso di spezzare una tradizione e a chi ha dovuto rinunciare a tanto, a coloro che hanno fatto tutto con facilità, a tutti voi che avete deciso di prendervi del tempo per investire su voi stessi, che avete dimostrato di essere in grado di concludere un grande progetto.
Discorso Prof.ssa Pilonato – Dipartimento di Scienze Aziendali
Vedo volti sorridenti, emozionati, occhi lucidi e soddisfatti, che immagino stiano ricordando il giorno in cui avete scelta questo percorso, l’immatricolazione, il primo esame e l’ultimo, e molto altro.
Forse vedete ora con occhi diversi le fatiche, i sacrifici fatti, le mattine gelate per prendere i mezzi, ma anche il piacere dell’imparare, del confronto con i docenti e con i compagni.
Il Dipartimento di Scienze Aziendali laurea ogni anno quasi 1.000 studenti (quasi un quarto degli studenti dell’Università di Bergamo). Il 60% risiede a Bergamo e provincia, il 35% proviene da altre province lombarde e il 5% da fuori regione (gli studenti fuori sede stanno sempre più aumentando), a dimostrazione della capacità del dipartimento di attrarre studenti da tutta Italia.
Ma quello che più colpisce leggendo le statistiche è che il 76,2% di questi laureati sono laureati di prima generazione, ovvero i primi nella loro famiglia a conseguire un titolo universitario.
Questo dato sottolinea il ruolo cruciale del Dipartimenti di Scienze Aziendali come motore di mobilità sociale, che apre a nuove opportunità e contribuisce a ridurre le disuguaglianze.
La presenza di giovani laureati arricchisce il capitale umano locale, favorisce lo sviluppo economico delle imprese e del territorio, e lo fa in modo silenzioso, prendendosi tutto il tempo che serve... I laureati di prima generazione, infatti, tendono a rimanere nel territorio di origine, portando nuove competenze e stimolando l'innovazione.
Quello che più speriamo di avervi trasmesso è la curiosità e la voglia di continuare ad apprendere, a non smettere di studiare e di fare esperienze di apprendimento, in Italia o all’estero, di non aver paura di mettervi alla prova e fare del vostro meglio, indipendentemente dallo spazio che andrete ad abitare.
Da parte nostra ce l’abbiamo messa tutta, e parlo a nome di tutte le persone che a vario titolo e con varie mansioni lavorano presso il Dipartimento; lavoriamo costantemente per sviluppare didattica innovativa, integrata con il ricchissimo network di imprese e organizzazioni territoriali, che permettono una formazione applicata e sperimentale, livelli di soddisfazione elevati che, secondo i dati di Alma Laurea, superano il 90% tra studenti e gli stakeholder.
Il Dipartimento di Scienze Aziendali offre anche numerose opportunità di mobilità all’estero, soprattutto nella laurea magistrale. Oltre alle borse Erasmus, vi sono le opportunità di Doppio Titolo con molte università straniere, quali l’università di Stoccarda, l’università Dundee, Uni di Krems in Austria e il primo Joint Program di Ateneo, MERCURI.
Per chi decide di restare a Bergamo, vi sono comunque programmi internazionali in loco, come le Summer School e più di 20 visiting professor che tutti gli anni insegnano nelle nostre aule, senza contare tutti i collaboratori alla ricerca e i tutor che permettono la personalizzazione ed internazionalizzare la didattica anche per gli studenti che non si possono permettere di fare esperienze all’estero!! Viaggiare, restando tra le aule e i laboratori dell’università, non ha prezzo.
Il Dipartimento ha compiuto quest’anno 50 anni, un traguardo che abbiamo giustamente festeggiato. In questi 50 anni, il Dipartimento è diventato molto più di un semplice luogo di studio: è una famiglia, una fucina di talenti, un punto di riferimento per il territorio. E questo grazie all'impegno e alla passione di tutti: docenti, ricercatori, studenti, personale amministrativo. Insieme, abbiamo costruito una realtà di eccellenza, e insieme continueremo a scrivere nuove pagine di questa storia.
Quello che vi auguriamo è che l’esperienza del triennio che state concludendo ora non sia solo una piccola parentesi della vostra vita, ma possa diventare per voi un punto di riferimento e un luogo di ispirazione.
Per chi di voi continuerà nei percorsi magistrali, in italiano o in inglese, offerti dal Dipartimento, ci sarà modo di incontrarci di nuovo. Per coloro che invece decidessero di proseguire in altri percorsi di formazione o lavorativi, l’invito è di mantenere il contatto con i vostri docenti, aggiornateli sulla vostra carriera, perché probabilmente voi sarete quelli che in veste di manager chiederanno tirocinanti all’università o collaborazioni per lo sviluppo di progetti di ricerca. Fate in modo che l’ambiente che vi ha accolto, che vi ha sfidato, vi ha supportato, possa continuare a farlo anche in futuro.
Discorso Prof.ssa Variato – Dipartimento di Scienze Economiche
Il momento solenne richiede parole adeguate. La ricerca di ispirazione mi ha portato come sempre a riflettere sul “che cosa dire per essere all’altezza” del momento, per celebrarlo compiutamente. Devo essere eccezionale? E come esserlo, dopo tanti anni, dopo tante cerimonie: non sarà una variante trita e ritrita?
E mentre già mi vedevo ammutolita a salire sul palco, ho capito all’improvviso che potevo stare tranquilla. Non è rilevante se le mie parole saranno memorabili, oppure no; se questo discorso sarà il migliore fra quelli di apertura delle cerimonie di proclamazione, o se sarà il mio discorso migliore. Comunque, nel bene o nel male questo discorso resterà unico, non importa se sarà eccezionale.
Non si ripeterà più il primo turno di proclamazioni del 12 dicembre 2024, quello che mi vede sul palco e che coinvolge voi e le vostre famiglie.
È a questa consapevolezza della unicità degli istanti, delle persone e dei loro traguardi, che voglio dedicare queste mie poche parole.
Siamo qui per festeggiare il senso dell’unicità: quella che ci rende riconoscibili anche nella normalità; non per celebrare l’eccezionalità, che all’opposto ci separa dalla norma spingendoci a ricercare un estremo (facendoci sentire costantemente sotto una pressione di inadeguatezza), dividendoci dagli altri.
Così ritorno a questa mattina, mentre uscivo da casa per arrivare qui.
Credo basti dirvi che ho cercato le parole perché fossero uniche per questo giorno, per questo momento. L’ho fatto perché ancora mi commuovo al pensiero di vedere qui raccolti tanti di coloro che sono stati miei studenti e studentesse, insieme alle loro famiglie; mi sento orgogliosa di aver contribuito al raggiungimento di questi traguardi, mi piace sentire queste emozioni che non sono mai le stesse, perché nessuno studente e nessuna storia è mai uguale… ed io non vedo l’ora di esserci per poterle festeggiare.
Allora chiudo con un augurio. Vi auguro di poter avere una vita nella quale non si spenga mai la consapevolezza dell’unicità degli istanti. Una vita che vi faccia desiderare di appartenere ad ognuno dei momenti che vivrete. Una vita che, anche dopo tanti anni passati a ripetere la stessa esperienza, all’apparenza sempre uguale, avrete la voglia di riviverla, come se fosse una prima volta, sempre stupiti e grati della sua irripetibilità.
Discorso Prof.ssa Cattaneo – Dipartimento di Scienze Umane e Sociali
Oggi è un giorno speciale, un giorno che segna la fine di un percorso e l’inizio di un nuovo capitolo nelle vostre vite. È con grande emozione e sincero orgoglio che vi accolgo in questa giornata di celebrazione, in cui ognuno di voi raccoglie i frutti di un impegno profondo, costante e prezioso.
Il percorso che avete appena concluso, il Corso di Laurea Triennale in Scienze Psicologiche, è stato, senza dubbio, una sfida. Avete affrontato anni di studio, di ricerca, di crescita personale e professionale. Ogni esame, ogni discussione in aula, ogni approfondimento vi ha permesso di acquisire competenze e conoscenze che oggi vi collocano in un punto cruciale della vostra vita. Ma sappiate che la laurea non è solo un titolo, è un simbolo di trasformazione, di evoluzione, un testimone che passa dalle mani del passato a quelle del futuro.
La psicologia è una disciplina che va oltre la semplice comprensione della mente umana: è la scienza che ci consente di interpretare le emozioni, i comportamenti, le relazioni. È uno strumento potente, che, se usato con consapevolezza e responsabilità, ha il potenziale di migliorare la vita delle persone. E voi, oggi, entrate a far parte di una comunità di professionisti che, ogni giorno, si impegna a studiare e a contribuire al benessere psicologico, alla crescita individuale e collettiva.
L'Università di Bergamo vi ha fornito gli strumenti teorici e pratici per intraprendere questo viaggio, che spero continuerete, magari qui, nella nostra Università in uno dei percorsi di laurea magistrale offerti. Avete imparato a conoscere e a interpretare la psicologia in tutte le sue sfaccettature, avete messo alla prova le vostre capacità di analisi, di riflessione e di intervento. Vi è stato insegnato a porvi domande e a cercare risposte, ad essere curiosi, a non accontentarvi mai di un “è così” ma ad interrogare costantemente ciò che vedete e vivete. La psicologia è una disciplina in continua evoluzione, e con essa anche voi dovrete continuare a crescere, a formare nuove competenze, a rimanere aperti al cambiamento e al progresso. Vi auguro di portare sempre con voi la curiosità, la passione e l’impegno che vi hanno portato fino qui. Questo è solo l’inizio di un cammino che avrà un impatto significativo non solo sulla vostra vita, ma anche sulla vita delle persone che incontrerete lungo il vostro percorso.
E ricordatevi: In questo percorso non siete stati soli, avete avuto al vostro fianco docenti e tutor, e soprattutto le vostre famiglie, che hanno creduto in voi e vi hanno sostenuto per arrivare insieme al traguardo che oggi avete raggiunto. Anche a loro va un sincero grazie.
Congratulazioni e in bocca al lupo per il vostro futuro!
Discorso Prof. Potestio – Dipartimento di Scienze Umane e Sociali
Ci troviamo nell’aula Magna dell’Università degli studi di Bergamo per celebrare questo significativo “rito di passaggio” per le nostre studentesse e i nostri studenti. La bellezza di questo luogo – e anche la sua fragilità da custodire con attenzione – ci consente di avere a disposizione una cornice perfetta per poter sottolineare la rilevanza e il significato di questo momento, sia per le laureande e i laureandi, sia per i famigliari, sia per noi docenti del corso di studi.
La giornata di oggi è un momento di passaggio, che consente di stare su un limite: prendere atto, con gioia, della fine di un percorso, anche impegnativo, ma, allo stesso, tempo gettare un ponte verso il futuro, che può concretizzarsi o con la prosecuzione degli studi o con lo svolgimento a tempo pieno della professione di educatore socio pedagogico.
Una professione, quella dell’educatore, così importante e delicata per la costruzione di legami sociali democratici. Al tempo stesso, una professione che ha bisogno di una costante e continua ridefinizione del suo statuto professionale, come testimoniano la sfida della costituzione degli albi e dell’ordine professionale che si andrà a concretizzare nel 2025.
Una professione che vedrà impegnati i nostri giovani laureati come cittadini capaci di progettare e costruire percorsi educativi/formativi all’interno di molteplici ambiti sociali, dall’infanzia, alla vulnerabilità, ai processi per il lavoro, a quelli sulla disabilità. Una professione che porta con sé una grande carica vocazionale come ben sanno i nostri laureati e come la tradizione pedagogica ha da sempre sottolineato. Una vocazione che si esercita in una costante capacità di alternare e intrecciare la dimensione pratica con quella teoria, l’esperienza con la riflessione, il lavoro con lo studio per generare processi educativi generativi e innovativi.
“Nell’ordine naturale, dato che tutti gli uomini sono uguali, essi hanno come vocazione comune la condizione umana e colui che è ben preparato a tale condizione non può compiere male i doveri che ne derivano. Poco importa che il mio allievo sia destinato alla spada, alla chiesa o alla toga. Prima ancora della scelta dei genitori, la natura lo chiama alla vita umana. Vivere è l’arte che voglio insegnargli. Uscendo dalle mie mani, devo ammettere, egli non sarà né magistrato, né soldato, né prete: sarà prima di tutto uomo.
In caso di bisogno, egli saprà essere tutto ciò che un uomo deve essere e, per quanto la fortuna possa fargli cambiar condizione, si sentirà sempre al suo posto.” (Libro I – Rousseau)
“Dire che l’atto di pensare si esercita su situazioni che ancora si stanno svolgendo e sono incomplete, significa dire che il pensiero ha luogo quando le cose sono incerte o dubbie o problematiche. Solo ciò che è finito, completo, è definitivo. Dove vi è riflessione vi è sospensione, attesa. Lo scopo del pensiero è di aiutare a raggiungere una conclusione, a prevedere una possibile fine in base a ciò che è già dato. E, quanto al pensiero, oltre a questo aspetto, c’è dell’altro. Poiché la situazione nella quale ha luogo il pensiero è il dubbio, il pensiero è un processo di indagine, di esame delle cose, di investigazione. Parliamo a volte come se la “ricerca originale” fosse una prerogativa particolare di scienziati o almeno di studiosi provetti. Ma tutto il pensiero è ricerca, ed ogni ricerca è nativa, originaria, per colui che la effettua, anche se il resto del mondo è già sicuro di quello che egli sta ancora cercando.” - Citazione Dewey
“Perché è solo la lingua che fa eguali. Eguale è chi sa esprimersi e intende l’espressione altrui. Che sia ricco o povero importa meno. Basta che parli. […] Tentiamo di educare i ragazzi a più ambizione. Diventare sovrani! Altro che medico o ingegnere”. - Don Milani, Lettera a una professoressa, p. 96