Perché donare a UniBg?
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Devolvere il 5x1000 non ha alcun costo per te, ma con una semplice firma puoi fare la differenza!
Per devolvere il 5x1000 all'Università degli studi di Bergamo è sufficiente inserire il codice fiscale dell'ateneo (CF 80004350163) nel riquadro apposito della dichiarazione dei redditi.
Chi può donare il 5x1000?
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- Allo sportello di un ufficio postale;
- Al commercialista o al CAF;
- Attraverso i servizi telematici dell'Agenzia delle entrate
Se hai domande ti consigliamo di consultare la sezione dedicata dell'Agenzia delle entrate.
Come donare il 5x1000?
Per dare il tuo 5x1000 all’Università degli studi di Bergamo segui le indicazioni:
- Scarica la scheda CU già precompilata con il CF di UniBg e compilala in tutte le sue parti.
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- Ricorda: donare il 5*1000 non va in contrasto con la possibilità di devolvere l'8*1000 e il 2*1000 a enti e associazioni e partiti politici di tua scelta.
Importi percepiti come contributo 5xMille
I ricercatori raccontano i propri progetti
Alessandra Lagorio
"Hyper-local supply chain: analisi e modello dei processi decisionali a supporto delle filiere iperlocali" è il titolo della mia ricerca. Mi ha sempre interessato questo tema, fin dagli anni di dottorato, perché l'ottimizzazione delle consegne in ambito urbano può ridurre il traffico, i costi indiretti della distribuzione delle merci e gli agenti inquinanti, migliorando la qualità di vita di chi abita e vive la città. Ho avuto modo di analizzare da vicino la city logistics nelle sue forme contemporanee, dai servizi di consegna per il food e il grocery, a quelle più avveniristiche, come l'utilizzo dei droni. Oggi, in fase conclusiva del progetto di ricerca, sto cercando di valutare quali impatti possono avere tipologie di consegna alternative, come i micro-magazzini o i parcel locker presso nodi ad alta densità di traffico, come può essere l'università stessa, e quali passi deve ancora fare logistica per diventare 5.0. In altre parole, dovrebbe servirsi della tecnologia, mettendo l'uomo al centro della progettazione di servizi e soluzioni, non solo come consumatore, ma anche come cittadino e lavoratore. L'argomento mi ha portato a collaborare con il Politecnico di Torino, l’Ecole des Mines di Saint-Etienne e la Amsterdam University of Applied Sciences, con molte aziende di trasporto e logistica, nonché con associazioni come Confindustria Bergamo e FabLab Bergamo. Penso di essere molto fortunata a poter dedicare il mio lavoro ad approfondire tematiche che mi appassionano, cercando di trovare qualche (pur piccola) soluzione ai problemi reali del nostro tempo. Sotto questo punto di vista l’Ateneo è un ambiente molto stimolante, un’università giovane che offre molte opportunità di collaborazioni nazionali e internazionali per poter ampliare le proprie competenze e sviluppare ulteriormente la propria ricerca.
Andrea Tangherloni
Il mio progetto di ricerca consiste nello sviluppo di modelli e metodi computazionali innovativi, che coinvolgono tecniche di modellazione matematica, metodi di simulazione e di analisi, tecniche basate sull’intelligenza artificiale, per l’analisi di dati biomedicali, con focus principale su dati multiomici, come supporto alla medicina personalizzata. Questi metodi vengono anche applicati a casi reali, su dati clinici sia pubblici sia messi a disposizione da collaboratori. A metà del mio assegno senior di ricerca, sono già riuscito a proporre nuovi metodi, presentati in diversi congressi internazionali, che sfruttano tecniche di intelligenza artificiale per l’analisi di dati omici a livello di singola cellula. Collaboro con diversi docenti e ricercatori, sia a livello nazionale che internazionale. Alcune di queste collaborazioni sono mirate allo sviluppo di metodi computazionali specificamente pensati per affrontare le nuove sfide che quotidianamente nascono nell’analizzare questi dati biomedicali, altre sono più legate all’analisi dei dati derivanti da progetti dei collaboratori. Per me la ricerca in Ateneo è una sfida e quasi un ritorno alle origini. Dopo aver svolto il dottorato di ricerca a Milano, sono stato Research Associate (Postdoc) a Cambridge, in un ambiente internazionale e multidisciplinare. Qui a Bergamo sono tornato a occuparmi maggiormente dello sviluppo di metodi computazionali basati su tecniche di intelligenza artificiale, svolgendo anche didattica. Sono felice che l'Ateneo sia in espansione e stia puntando molto anche sui giovani, creando un ambiente dinamico, proponendo ad esempio anche progetti come questo.
Pedro Trivin
Il mio progetto di ricerca intende approfondire alcune tematiche relative al consumo delle famiglie e alla loro situazione finanziaria, in particolare come le famiglie adattano il loro consumo ai cambiamenti della loro ricchezza e la disuguaglianza nel consumo. In questo progetto viene utilizzato un database dettagliato delle famiglie spagnole che permetterà non solo di stimare l'impatto dei cambiamenti nei diversi tipi di ricchezza sul consumo delle famiglie, ma anche di studiare se la relazione cambia nel corso del ciclo economico coprendo il periodo 2002-2017. L'obiettivo di questa parte del progetto di ricerca è un'analisi cross-country della disuguaglianza nel consumo. Le differenze tra la disuguaglianza del reddito e la disuguaglianza nel consumo saranno quindi messe in relazione a misure di politica economica, ad esempio intensità e tempi delle politiche di austerità e indicatori di sistemi di welfare. Le decisioni di consumo delle famiglie giocano un ruolo cruciale sia nella crescita economica che disuguaglianza. Il modo in cui le famiglie cambiano il loro consumo quando c'è un cambiamento nel valore dei loro beni è importante non solo per capire l'effetto degli eventi economici attuali, ma per migliorare i modelli macroeconomici che cercano di prevedere l'effetto di politiche fiscali e monetarie. Allo stesso modo, capire la relazione tra le varie misure di disuguaglianza e i fattori politici e istituzionali è la chiave per proporre misure appropriate per ridurle. Qui in Ateneo trovo un ambiente molto stimolante per la ricerca, dove sto approfittando del fatto che sono circondato da un ottimo gruppo di economisti.
Jacopo Perazzoli
Il progetto di ricerca discute l’internazionalismo liberaldemocratico del presidente americano Woodrow Wilson. Progetto politico capace di influenzare il dibattito americano e quello europeo nel corso della Prima guerra mondiale, il wilsonismo, che mirava a governare le tensioni tra gli stati ricorrendo all’istituzione di una nuova organizzazione sovranazionale (la Società delle Nazioni), tornò ad essere oggetto di discussione e di scontro anche con il prosieguo del Novecento, e cioè dopo la Seconda guerra mondiale, nella Guerra fredda e anche negli anni segnati dalla comparsa della globalizzazione. Anche alla luce delle ultime drammatiche notizie della nostra quotidianità, si tratta di un problema quanto mai attuale: con quali modalità è possibile stabilizzare il quadro internazionale?
Grazie all’ambiente stimolante dell'Università degli studi di Bergamo e ad un visiting concessomi dal Roosevelt Institute for American Studies di Middelburg (Olanda), il progetto è in avanzata fase di realizzazione. Tra le molte attività di disseminazione previste, sia scientifiche che extra-accademiche, è in uscita il volume «Per la pace del diritto». Woodrow Wilson e la sua eredità, dalla Grande Guerra allo shock della globalizzazione. presso i tipi del Carocci Editore.