Il messaggio del Rettore
Alle studentesse e agli studenti
dell’Università degli studi di Bergamo
in sede e fuori sede, italiani e stranieri
Care studentesse e cari studenti,
bentrovate e bentrovati.
È da un po’ di tempo che non Vi scrivo: da un lato, perché i provvedimenti delle Autorità competenti in merito all’emergenza pandemica non hanno subito modifiche sostanziali per quanto riguarda le Università e, dall’altro, perché ho preferito “trattenere” quelle parole che Vi avevo già scritto nelle mie comunicazioni passate. Ero e sono certo che state facendo del vostro meglio, sapevo e so che posso contare sul vostro senso di responsabilità e sulla vostra capacità di sopportazione: non serve ribadirlo ulteriormente.
Presumo che saremo costretti a continuare con le attività a distanza ancora per un po’ di tempo, perlomeno finché la campagna vaccinale non abbia raggiunto un numero consistente di persone, tra cui i nostri cari più anziani e fragili.
Voglio però credere fortemente che riusciremo a incontrarci nelle aule perlomeno nell’ultima parte del secondo semestre, quando la situazione sarà, se tutto va come previsto, migliorata: ne abbiamo tutti bisogno. Penso in particolar modo agli studenti del primo anno che non hanno ancora avuto la possibilità di conoscersi tra loro e nemmeno di incontrare i loro docenti o i loro colleghi più esperti. Temo che stiano provando un forte senso di spaesamento e vorrei che avessero la possibilità di attraversare, perlustrare e fare propria la loro Università, come è giusto che sia.
Un’Università che è fatta soprattutto da Voi, cari studenti e studentesse, animata dalla Vostra presenza, dai Vostri volti sorridenti o preoccupati (gli esami non sono facili per nessuno), dai Vostri sguardi complici, dai Vostri impegni e dai Vostri entusiasmi: penso che ormai perfino le mura delle nostre sedi siano stanche di essere vuote!
Nell’attesa di riprendere alcune attività in presenza e per facilitarVi nel vostro percorso formativo, abbiamo deciso di attuare gli adempimenti connessi alla chiusura posticipata del semestre al 15 giugno, così da agevolare con una sessione extra di tesi e di esami chi, a causa della pandemia, non è riuscito a portare avanti gli studi come avrebbe voluto. Confido che questo provvedimento, non certo facile in termini organizzativi, possa essere un segno incoraggiante per tutti Voi.
La ragione per cui ho deciso di scriverVi, però, è che siamo ormai vicini alle feste pasquali e ci tenevo a mandare a Voi e alle Vostre famiglie un messaggio augurale che fosse carico di “vera” speranza, di una speranza, cioè, che prende forma nella realtà di tutti i giorni e che si sviluppa all’interno delle azioni, difficoltà, errori e traguardi che tracciano la nostra vita quotidiana.
Nel biglietto che vi allego, c’è una breve poesia di Jürgen Theobaldy che parla di rondini da costruire con la carta e da far poi volare nel cielo dei nostri pensieri: è il mio augurio per tutti Voi, quello di imparare a realizzare degli origami fatti di esperienza concreta che trovano senso e potenza solo se fatti abitare nel mondo delle vostre aspirazioni più intime, dei Vostri valori.
Non lasciate che questo triste e pesante periodo cancelli i vostri cieli: continuate a reagire come avete sempre fatto, consapevoli che la carta che lavorate (di cellulosa o di bit) deve essere colma dei vostri ideali.
Buona Pasqua dal Vostro Rettore. Con un abbraccio di speranza,
Il Rettore
Prof. Remo Morzenti Pellegrini
Jürgen Theobaldy, Lavorare con la carta, 2000
Di ogni poesia
puoi farti una rondine.
L’importante è che sia piegata ad arte.
Proprio di ogni poesia, sai,
anche se non riuscita.
Poi col pensiero vai e mettici il cielo.