“Nel nostro ruolo siamo chiamati a guardare con responsabilità al futuro dei giovani. Viviamo un periodo segnato da tensioni geopolitiche e da una trasformazione tecnologica rapidissima, a cui spesso rispondiamo con preoccupazione o rassegnazione. È invece fondamentale trasmettere fiducia e consapevolezza, valorizzando gli investimenti che il Paese destina alla formazione. L’Università deve farsi promotrice di una visione costruttiva del futuro, capace di rendere i nostri studenti e le nostre studentesse protagonisti e non spettatori del cambiamento.” L’appello del Rettore all’inaugurazione del 57° anno accademico dell’Università degli studi di Bergamo
Nel mezzo di una rivoluzione senza precedenti, guidata dal digitale e dall’Intelligenza Artificiale, il ruolo dell’Università è decisivo per affrontare insieme le sfide del cambiamento, con strumenti di conoscenza e di responsabilità condivisa. Con questo spirito e questi obiettivi ha preso il via ufficialmente, mercoledì 26 novembre, l’Anno Accademico 2025-2026 dell’Università degli studi di Bergamo.
L’Aula Magna di Sant’Agostino, che per l’occasione ha cambiato volto con robot industriali, monitor e pannelli interattivi sull’AI allestiti in collaborazione con Intellimech e JOiiNT Lab, ha accolto la comunità accademica e numerose autorità cittadine, tra cui la sindaca di Bergamo Elena Carnevali, il vicepresidente della Provincia Umberto Valois, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e la consigliera delegata del ministro dell’Università e della Ricerca Alessandra Gallone, intervenuti per i saluti istituzionali.
Dopo il corteo accademico e gli interventi di Michela Farina, rappresentante della Componente del personale tecnico, amministrativo e bibliotecario nel Presidio della Qualità di Ateneo, e della presidente della Consulta degli studenti e delle studentesse di UniBg, Giorgia Morotti, la parola è passata al rettore Sergio Cavalieri, che nella sua prolusione ha richiamato la portata della “nuova rivoluzione cognitiva” in atto: un cambiamento profondo, capace di trasformare non solo la società, ma il modo stesso in cui l’essere umano elabora la conoscenza. “Automazione, robotica e intelligenza artificiale stanno ridisegnando il rapporto con il lavoro e il funzionamento delle relazioni economiche, sociali e culturali” ha ricordato Cavalieri, sottolineando come la trasformazione digitale “stia già modificando i nostri processi cognitivi e il modo in cui pensiamo”.
La sfida, secondo il rettore, è evitare che l’innovazione alimenti nuove disuguaglianze: “Molti rischiano di rimanere ai margini di un’economia sempre più digitale. Abbiamo bisogno di nuovi strumenti per comprendere la conoscenza proprio mentre il mondo cambia sotto i nostri occhi. In questo scenario il ruolo delle Università è decisivo”.
Nel suo intervento Cavalieri ha ripercorso l’impegno di UniBg sul fronte dell’intelligenza artificiale: dalla costituzione del Tavolo interdipartimentale sull’IA alla pubblicazione di un’agenda di ricerca sull’AI, dall’attivazione del dottorato in Artificial Intelligence for Sustainable Futures alle Linee guida per un uso etico e consapevole dell’AI. A breve nascerà anche il Center for Responsible AI, pensato per riunire competenze e progettualità in collaborazione con centri di ricerca nazionali internazionali.
Ampio spazio è stato dedicato anche al tema dell’internazionalizzazione, considerato una leva strategica per rispondere al fabbisogno formativo e all’aumento dei laureati a livello nazionale. UniBg conta oggi oltre 280 insegnamenti in lingua estera, 490 accordi internazionali, 12 lauree magistrali e 1 triennale interamente in inglese, oltre a 19 doppi titoli attivi. “L’obiettivo è essere sempre più attrattivi, in particolare nei confronti degli studenti stranieri” ha ribadito Cavalieri.
Punto centrale della programmazione di Ateneo è anche il tema delle infrastrutture e del diritto allo studio. Nel suo intervento il rettore ha ricordato l’avvio dei lavori sul compendio Montelungo-Colleoni, che porterà a 282 posti letto riservati al diritto allo studio grazie anche all'importante contributo di Regione e di Fondazione Cariplo, 170 posti letto a libero mercato e 7 nuove aule didattiche. Sono in fase di completamento anche lo Student Office di Via Calvi, impulso ai lavori già avviati sul Polo di Via Statuto, il pieno riutilizzo degli impianti sportivi di Loreto, previsto per la prossima primavera.
La cerimonia si è conclusa con la Lectio Magistralis del prof. Oliver Riedel dell’Università di Stoccarda, dedicata al ruolo dei digital twin e dell’AI nei sistemi produttivi di nuova generazione, a conferma del forte legame tra le due università – tra i principali poli europei dell’innovazione –, preceduta dall’esecuzione per la prima volta dell’Inno dell’Università degli studi di Bergamo, “O vos, est aetas”, introdotta dal prof. Virgilio Bernardoni, professore di Musicologia e Storia della musica all'Università degli studi di Bergamo.
Le dichiarazioni delle autorità
Sindaca del Comune di Bergamo Elena Carnevali
“L’Università di Bergamo è un alleato fondamentale per lo sviluppo della città. Investire nella conoscenza, nella ricerca e nella formazione significa costruire una Bergamo più forte, più attrattiva e capace di cogliere le trasformazioni del presente. Con il Manifesto Bergamo Città Universitaria abbiamo scelto di rafforzare questa collaborazione e di darle un orizzonte strategico condiviso. Come Amministrazione siamo impegnati a lavorare al fianco dell’Ateneo per consolidare un ecosistema della conoscenza e dell’innovazione articolato attorno alle tre dorsali strategiche – salute, meccatronica, cultura e creatività – e capace di mettere in rete competenze, imprese e istituzioni. Un percorso che genera nuove opportunità per i giovani e conferma il ruolo di Bergamo come città che cresce e guarda avanti.”
Vicepresidente della Provincia di Bergamo Umberto Valois
"Ogni inaugurazione dell’anno accademico rappresenta molto più dell’avvio delle attività didattiche e scientifiche: è il rinnovo di un patto. Un patto tra l’Università, i suoi studenti e la comunità che la circonda. Un impegno reciproco a crescere insieme, a generare conoscenza e a trasformarla in sviluppo per tutto il territorio. La nostra Università ha saputo costruire negli anni un ruolo solido e insostituibile nel nostro territorio, coniugando apertura e sguardo internazionale e al tempo stesso forte radicamento con la terra bergamasca. Da parte della Provincia esprimo un sincero ringraziamento al Magnifico Rettore per la collaborazione costante e sempre orientata alla costruzione di sinergie efficaci."
Presidente della Regione Lombardi Attilio Fontana
Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia
“La cerimonia rappresenta il momento più alto e simbolico della vita dell’Università, un vero atto di fiducia nella capacità dell’Ateneo e dell’intera comunità accademica di essere guida nel cambiamento a vantaggio del tessuto collettivo. Viviamo in un’epoca in cui la rivoluzione digitale permea la nostra quotidianità e il modo di studiare, produrre e comunicare richiede nuovi strumenti e, soprattutto, nuova conoscenza. Formazione e ricerca sono ciò che ci permette di governare l’innovazione e orientarla verso un futuro equo e sostenibile, tracciando la direzione strategica dell’Ateneo e il suo ruolo nella costruzione di un ecosistema di innovazione aperto, internazionale e responsabile. L’Università è prima di tutto comunità: un incontro tra pari, un’esperienza condivisa fatta di confronto e costruzione collettiva del sapere. È questo il momento giusto per assumersi la responsabilità dello studio, della crescita e del cambiamento. Le opportunità delle tecnologie digitali si colgono grazie alla capacità dell’Ateneo di essere parte delle reti globali che plasmano il futuro dell’industria e della società, come dimostrano i programmi di cooperazione internazionale, dalla Cina all’India, che testimoniano la volontà di anticipare il cambiamento e contribuire a costruirlo. Il compito dell’Università è generare progresso condiviso, aprendosi al contesto internazionale e al territorio, al fianco delle imprese e dei cittadini, per tutelare il nostro bene più prezioso: il benessere. L’augurio è che il nuovo anno accademico sia un anno di impegno, scoperta e nuove opportunità per tutta la comunità.”
Consigliera del ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini Alessandra Gallone
“Portare il saluto del Ministro Anna Maria Bernini all’Università di Bergamo, la mia Università, è stato un grandissimo piacere. Oggi abbiamo ricordato che questo è davvero il tempo delle scelte: un tempo in cui università, ricerca, AFAM, imprese, sanità, pubblica amministrazione e territorio devono lavorare insieme per costruire un nuovo umanesimo capace di affrontare le sfide tecnologiche e sociali che abbiamo davanti. Il Ministro Bernini sta traducendo questa visione in azioni concrete: un FFO ai massimi storici, la conferma delle risorse per il diritto allo studio che permette a oltre il 40% degli studenti italiani – e bergamaschi – di essere esenti dalle tasse, investimenti per giovani ricercatori e per la continuità di Centri Nazionali, Partenariati e Piani Complementari, fino alla piena valorizzazione dell’AFAM come terzo pilastro della conoscenza. Bergamo sta diventando sempre più una città universitaria, con un ecosistema forte fatto di cultura, innovazione, sport e comunità. Agli studenti ho rivolto il messaggio più importante: non c’è felicità senza libertà e non c’è libertà senza coraggio. La formazione è la vera rivoluzione del Paese, e noi continueremo a sostenerla con determinazione.”
Intervento della Rappresentante del Personale tecnico e amministrativo Michela Farina
Magnifico Rettore, Prorettrice, Direttore Generale, Professori, Ricercatori, Studenti, Colleghi, Autorità, Illustri Ospiti.
Ho avuto l’onore e la responsabilità di far parte del Presidio della Qualità nel triennio 2022-2024 e di proseguire questo impegno anche nel nuovo triennio 2025-2027.
Questo incarico mi ha permesso di osservare da vicino il valore del lavoro quotidiano che si svolge all’interno del nostro Ateneo e di riconoscere quanto il contributo del personale tecnico-amministrativo, bibliotecario e di servizio (d’ora in avanti “personale tecnico-amministrativo”) sia fondamentale per garantire la qualità dei processi, l’efficienza dei servizi e, soprattutto, per far funzionare in modo concreto e coerente l’intera macchina universitaria.
Lavorare nel Presidio della Qualità significa comprendere che la qualità non è soltanto il risultato di procedure o indicatori, ma una cultura condivisa, fatta di responsabilità, ascolto e collaborazione.
In questi anni ho potuto constatare come il personale tecnico-amministrativo rappresenti un punto di riferimento stabile e affidabile per studenti, docenti, ricercatori e interlocutori esterni.
Siamo la presenza che accompagna, sostiene e dà continuità al lavoro di tutti. Siamo il punto di riferimento quando uno studente chiede un’informazione, quando un docente deve portare avanti un progetto, quando un ricercatore trova supporto per far decollare un’idea. Siamo il tramite tra la visione e la realtà, tra la pianificazione e la sua attuazione concreta. In un certo senso, potremmo dire che siamo il ponte tra le persone e i processi, tra la conoscenza e la sua organizzazione.
Essere un punto di riferimento, però, non significa solo “saper fare”, significa anche esserci, con disponibilità, con ascolto, con spirito di servizio. In un’epoca in cui tutto si muove veloce, in cui l’università si digitalizza e cambia forma, il valore umano del nostro lavoro resta ciò che dà senso e coesione a tutto il resto.
Negli ultimi anni, segnati da trasformazioni profonde, il personale tecnico-amministrativo ha saputo affrontare con professionalità e flessibilità le sfide poste dal PNRR, che ha rappresentato una grande opportunità ma al tempo stesso un banco di prova impegnativo. Dietro ogni progetto finanziato, ogni bando, ogni investimento in ricerca, innovazione o infrastrutture, c’è un lavoro meticoloso fatto di programmazione, monitoraggio, rendicontazione, supporto e costante attenzione alla correttezza dei processi.
Ora ci attende una nuova sfida: la visita di accreditamento periodico nell’ambito del processo AVA. Un momento di verifica, certo, ma anche e soprattutto un’occasione di crescita, di autovalutazione e di consapevolezza. Anche in questo percorso, il personale tecnico-amministrativo avrà un ruolo chiave: garantire la qualità dei processi, assicurare la coerenza delle informazioni, supportare docenti e strutture, valorizzare ciò che l’università è e sa fare. Affrontiamo questa sfida con responsabilità e spirito di squadra, convinti che la qualità non si dimostri solo nei documenti, ma si vive ogni giorno nei comportamenti, nei servizi, nel modo in cui ciascuno interpreta il proprio ruolo.
Tuttavia, essere un punto di riferimento significa anche saper riconoscere le criticità. In questa crescita veloce, talvolta frettolosa e caotica, rischiamo di perdere di vista la visione complessiva, il valore umano e, talvolta, il riconoscimento del lavoro delle persone. Forse, allora, è bene rallentare. Non fermarsi, ma rallentare per capire quali scelte compiere, quali priorità seguire, quali opportunità davvero meritano di essere colte.
Rallentare non significa rinunciare al progresso, ma restituirgli senso e direzione: perché solo così possiamo costruire un futuro sostenibile e inclusivo, per l’università e per le persone che la fanno vivere.
Riconosciamo che negli ultimi anni il nostro Ateneo ha compiuto significativi sforzi nell’assegnazione di punti organico per nuove assunzioni e per le progressioni di carriera. Tuttavia, siamo ancora in affanno. Una realtà in espansione come la nostra richiede un costante rafforzamento delle risorse umane, indispensabili per mantenere elevati livelli di efficienza e qualità dei servizi.
È altrettanto doveroso riconoscere e valorizzare l’impegno di coloro che, da anni, contribuiscono con professionalità e spirito di appartenenza alla crescita della nostra comunità accademica.
In tale prospettiva, si rende necessario un piano di valorizzazione complessiva del personale tecnico-amministrativo, che preveda una programmazione pluriennale delle progressioni economiche (ferme dal 2010) e di carriera, un piano di formazione costante e un giusto riconoscimento economico.
Oggi, mentre apriamo un nuovo anno accademico, vogliamo rinnovare un impegno semplice ma profondo: continuare a essere una presenza affidabile per tutta la comunità accademica.
Un punto di riferimento che ascolta, accompagna e sostiene.
Perché l’università non è fatta solo di saperi, ma anche di persone. E quando le persone lavorano insieme, con fiducia reciproca e senso di appartenenza, ogni obiettivo, anche il più ambizioso, diventa possibile.
A nome del personale tecnico-amministrativo, auguro un anno accademico ricco di collaborazione, innovazione e crescita condivisa.
L'intervento della rappresentante degli studenti e delle studentesse Giorgia Morotti
Buongiorno a tutte e tutti.
Magnifico Rettore,
Autorità civili, militari e religiose,
Gentili docenti,
Gentile personale amministrativo,
Carissime colleghe e colleghi,
è un onore e un privilegio poter prendere la parola in un momento che segna l’inizio di un nuovo anno della nostra università. Un inizio è sempre un atto di fiducia e di coraggio, cogliamo quindi questa occasione per riaffermare ciò che ci unisce.
Oggi più che mai, la prima parola che vorrei porre al centro di questo discorso è solidarietà. Una solidarietà che riguarda noi, studentesse e studenti, ma anche tutte le persone che vivono il nostro ateneo. In un sistema che rischia talvolta di trasformare il merito in competizione, noi scegliamo un’altra via: quella della cura reciproca, dell’aiuto, dell’appartenenza condivisa. L’università è il luogo della conoscenza, ma non basta il sapere accademico. È necessario conoscere i vissuti e i bisogni altrui, per renderla non solo un luogo di studio, ma uno spazio sicuro in cui crescere insieme. Oggi avvertiamo l’urgenza di ricordare anche chi, schiacciato dalla pressione, ha sentito un peso troppo grande da sopportare: la nostra comunità deve essere vigile, attenta e pronta ad ascoltare. A noi studentesse e studenti chiedo di non sentirci soli, perché non lo siamo.
La solidarietà non può limitarsi alle mura del nostro Ateneo, in un mondo segnato da conflitti e ingiustizie. Di fronte al genocidio del popolo palestinese, e alla sofferenza di tutti i popoli oppressi e privati dei diritti fondamentali, sentiamo la responsabilità di schierarci accanto a chi lotta per affermare la propria dignità. Non possiamo e non vogliamo che l’indifferenza ci annichilisca: dobbiamo allenarci a compatire, ma nel senso più profondo del termine latino cum patire, ovvero sentire con gli altri il loro dolore, e trasformare questo sentire in azione concreta.
La seconda parola centrale su cui vi invito a riflettere è immaginazione. Non solo quella fanciullesca, ma anche la forza viva e creatrice che ci permette di vedere ciò che ancora non esiste. Ci auguriamo che quest’anno possa davvero porre l’immaginazione al potere, guidandoci nel costruire un’università capace di accogliere e valorizzare le differenze, libera da censura e paura. E allora immaginiamo! Immaginiamo un mondo in cui i soldi per l'istituzione si trovano con la stessa facilità con cui si trovano per la guerra! Immaginiamo un mondo in cui tutte le armi tacciano. Immaginiamo spazi aperti dove ogni voce trova ascolto, percorsi di studio che uniscano i saperi, una realtà in cui la diversità non è ostacolo, ma ricchezza condivisa. In questo senso senso, osserviamo con preoccupazione le riforme, ancora in discussione, della governance degli atenei e dell'ANVUR che prospettano un’università meno autonoma, con spazi democratici ridotti e organi decisionali sempre più influenzati da nomine politiche esterne. Garantire il diritto allo studio significa stanziare fondi adeguati per borse di studio e servizi per gli studenti unitamente a difendere le qualità che sono l’essenza stessa della formazione universitaria: la possibilità di dissentire, di esercitare il discernimento e il pensiero critico.
L'immaginazione al potere: immaginiamo un'università in cui le aspirazioni e le istanze della comunità studentesca e della governance procedano sinergicamente nella stessa direzione. Un Ateneo in cui il confronto non sia mai mero scontro, bensì un percorso condiviso verso soluzioni comuni. Un esempio virtuoso di questo proposito è la recente mozione unitaria sulla situazione in Palestina, approvata in Senato Accademico: un momento in cui voci diverse hanno saputo trovare una sintesi. Che sia questo soltanto il primo passo verso un anno di collaborazione e responsabilità condivisa.
E allora immaginiamo… ma senza un luogo, nulla accade davvero. Sono necessarie aule adeguate, spazi accessibili, residenze dignitose e case a prezzi equi, affinché studiare non diventi un privilegio. Bergamo deve diventare casa per chi la sceglie per studiare, e il diritto alla mobilità fa parte di questa casa. Trasporti più capillari, sostenibili e sicuri non sono un lusso, ma una condizione essenziale: permettono all’apprendimento di essere libero e al tempo di essere prezioso. Aspiriamo ad un’università che sia il cuore pulsante di una città viva e accogliente.
"Vola solo chi osa farlo " scriveva Louis Sepulveda. In un mondo in cui chi occupa il potere ci ruba il presente ed il futuro, dobbiamo essere capaci di compiere un atto rivoluzionario: riprenderci i nostri spazi e immaginare un avvenire differente. Perché senza immaginazione non si può guardare al futuro, ma solamente al passato. L’università, proprio per questo, deve aiutarci a coltivare tale capacità.
Che questo anno accademico sia, dunque, un anno di cura, solidarietà e coraggio. Un anno in cui costruire insieme un’università a misura di studente, attenta ai bisogni e che promuova la pace.
Ringrazio di cuore tutti voi.