Inaugurazione anno accademico

“Più simbiosi con il territorio e le imprese, per crescere ancora” L’appello del Rettore all’inaugurazione del 55° anno accademico dell’Università degli studi di Bergamo

“Una relazione vitale e in crescita quella tra il nostro Ateneo, la città e la fitta costellazione di geografie e attori territoriali” che passa anche attraverso “la rinascita o il recupero di luoghi abbandonati” e “processi di rigenerazione in ottica di giustizia spaziale e sociale”. Ma “per crescere e rafforzarci ancora abbiamo bisogno di più, abbiamo bisogno di una maggiore simbiosi con il territorio, un maggior coinvolgimento della sua classe economica e imprenditoriale. Il mio auspicio è quello di poter innescare su scala territoriale un modello virtuoso di give back, tipico delle società anglosassoni. Un modello che parta dalla piena consapevolezza del ruolo che la nostra e vostra Università svolge per il suo territorio, le sue persone, le sue aziende, le sue innumerevoli realtà economiche, sanitarie, associative, culturali”.

Con questo forte appello, mercoledì 29 novembre, di fronte a una platea di rappresentanti delle massime istituzioni, amministratori, docenti e studenti, il rettore Sergio Cavalieri ha aperto ufficialmente il 55° Anno Accademico dell’Università degli studi di Bergamo. Intervenuti il sindaco Giorgio Gori, il presidente della Provincia Pasquale Gandolfi, l’assessore regionale all’Università Ricerca e Formazione Alessandro Fermi, la consigliera delegata del Ministero dell'Università e della Ricerca, Alessandra Gallone.

La cerimonia nell’Aula Magna della sede universitaria di Sant’Agostino si è aperta con il tradizionale corteo dei Rettori e delle autorità accademiche, l’esecuzione dell’Inno d’Italia e di quello europeo, a cui ha fatto seguito un video messaggio rivolto all’Università degli studi di Bergamo dalla presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, che ha ricordato che “Le università hanno un ruolo chiave da svolgere: l’impegno per l’istruzione non consiste solo nell’impartire conoscenze; si tratta di promuovere un senso di responsabilità e di consapevolezza tra gli studenti. La nostra Europa non è un’entità così lontana, ma sopravvivrà solo se lotteremo per lei, se ne capiremo e spiegheremo i benefici, se saremo capaci di attuare le riforme e di reinventare il nostro progetto. L’Europa vale la pena: non lasciate che nessuno vi convinca del contrario.

Nella sua prolusione, il rettore Sergio Cavalieri, ringraziando per la fattiva collaborazione tutte le colleghe e i colleghi degli 8 dipartimenti e 8 Centri di Ateneo e interateneo ma anche il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione, ha affrontato numerosi temi con lo sguardo al presente e al futuro dell’Università puntando l’attenzione alla “rinascita o il recupero di luoghi abbandonati”, che “si inscrive in una logica di valorizzazione di una cultura dei luoghi” e che caratterizza da sempre l’ateneo bergamasco, “spazialmente e tematicamente diffuso”. Il prof. Cavalieri ha ricordato “la recente e complessa operazione di restauro” che ha riconsegnato “alla vita universitaria e cittadina gli ambienti del Chiostro Minore: un faro di cultura e un luogo di incontro”. Ha ricordato il recupero degli ambienti di Via Calvi – la cui conclusione dei lavori è prevista per l’estate del 2024, con l’obiettivo di ospitare la Segreteria Studenti – e i lavori al Campus di via dei Caniana con il recupero di nuove aule, laboratori e uffici per i docenti, l’ammodernamento degli impianti sportivi polivalenti nel quartiere Loreto, a cui faranno seguito quelli previsti in via Statuto L’immobile di Via Statuto, già sede dell’Accademia della Guardia di Finanza, futura sede del polo giuridico, degli uffici dell’amministrazione centrale e residenza universitaria, a seguito dei finanziamenti ministeriali ricevuti, “vedrà a breve l’avvio dei lavori per alcuni lotti, con una scadenza prevista al più tardi per metà del 2026, coerentemente con le scadenze del PNRR”.

Il rettore ha poi definito “non episodica e non limitata allo scadere di un anno” l’alleanza con l’Università degli Studi di Brescia, consolidata nel corso di Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura 2023 “ma che, come Università, intendiamo onorare e far crescere su più fronti”. Tra le tante iniziative congiunte, ha citato la valorizzazione di una piattaforma comune manufatturiera, una “Manufacturing Ecosystem Valley” condivisa con le realtà associative industriali e le Camere di Commercio delle due province, una rigenerazione del patrimonio naturalistico e storico delle Terre di mezzo e delle Terre Alte, una particolare attenzione dedicata alla comprensione dei fenomeni alla base della dispersione lavorativa giovanile e, non da ultimo, un investimento congiunto per creare un ufficio di progettazione europea a Bruxelles.

Sulla situazione presente e le prospettive future, Cavalieri ha tracciato un quadro forte e chiaro: “Il nostro è un Ateneo sempre più internazionale, con ben 4 dei 6 nuovi corsi di laurea magistrale erogati in lingua inglese, portando a 13 il numero complessivo dei corsi di laurea internazionali, con una presenza del 26% di studenti stranieri. Un ateneo che ha registrato una forte crescita: un incremento che, nel passato più recente, si è tradotto nell’aumento della popolazione studentesca, ormai stabilmente assestata oltre i ventimila studenti.  Non prevediamo di crescere ulteriormente nel breve periodo su questo fronte, anzitutto per due motivi: ci avvaliamo di un organico e di una struttura organizzativa decisamente non commisurati alle dimensioni attuali del nostro Ateneo e dobbiamo portare a compimento importanti ristrutturazioni immobiliari per offrire a docenti, personale tecnico e amministrativo, studentesse e studenti un volume maggiore di spazi”.

Infine, la Ricerca: “È il nostro futuro, non solo come Ateneo o come sistema universitario, ma come Paese in grado di competere con il resto del mondo. Per questo, occorre dare sempre più dignità e importanza a quello che, per passione, amore, entusiasmo, dedizione, diventa una vera scelta di vita. Come Ateneo abbiamo deciso di investire su un numero maggiore di borse di dottorato istituzionali, di incrementare il valore economico della singola borsa di studio”.

Al centro della cerimonia, la lectio magistralis di Michel Lussault, geografo e accademico francese, professore ordinario di geografia presso l’Ecole Normale Superieure de Lyon. La sua carriera si è concentrata su vari aspetti della geografia umana con particolare attenzione alle questioni legate alla città e allo spazio sociale: “Ciò che chiamiamo la mondializzazione è un'urbanizzazione planetaria che ha installato un sistema-Mondo, una trama di relazioni tra tutto ciò che lo compone, indipendentemente dalla natura e dalla dimensione delle componenti. Bergamo costituisce un perfetto esempio dei tipi di geosistemi sociali ed ecologici installati dall'urbanizzazione planetaria e una delle sfide è di non intaccare questa varietà tipologica, questa diversità che rende il sistema ‘solido’, ‘sostenibile’ e ‘sostenuto’, tenuta insieme anche dalla dimensione non materiale dell'urbanità: la cultura, l'innovazione, la creatività, gli immaginari condivisi, la capacità di raccontare le storie del passato e soprattutto di scrivere collettivamente le storie dei futuri possibili per Bergamo. In tale contesto, l'università, in quanto luogo di produzione e condivisione del sapere, è un vettore essenziale della coerenza e della coesione bergamasca, che bisogna consolidare a partire delle differenze e delle diversità e non eliminandole. Poiché la tensione sull'abitabilità ci costringerà a ripensare e modificare i nostri sistemi produttivi, i nostri funzionamenti urbani, i nostri modi di abitare, le nostre relazioni con i non-umani, i nostri modi di fare politica, le nostre concezioni dei servizi fondamentali, i nostri stessi modi di fare ricerca e di insegnare. Tutto sarà stravolto e da reinventare. Solo l'università può trovare dei luoghi e delle forme di impegno di tutte e di tutti per sperimentare un tale riorientamento dei nostri modi e spazi di vita. In questo senso, il ruolo dell'università non è solo scientifico e pedagogico, ma anche etico e quindi politico”.

Giorgio Gori, sindaco di Bergamo

“L'apertura del 55° Anno Accademico dell’Università degli Studi di Bergamo rappresenta un momento sempre emozionante per la città. Bergamo accoglie nuovi studenti, vede crescere la qualità del proprio capitale umano, scommette sulla formazione e sul futuro dei propri giovani. Il nostro Ateneo ha dimostrato negli anni di migliorare la propria qualità, raggiungendo performance di alto livello per quel che riguarda la connessione con il mondo del lavoro: il 59,1% degli studenti con laurea triennale decide di proseguire con una magistrale, mentre tra chi sceglie direttamente il mondo del lavoro, ben l’80,1% ha un’occupazione. Non solo: rimanendo sui corsi magistrali, a cinque anni dal conseguimento del titolo il tasso di occupazione arriva al 93,5%, una media superiore a quella lombarda pari al 91,9% e a quella nazionale “ferma” all’88,7%. L’Università rappresenta quindi una delle principali leve di internazionalizzazione e modernizzazione della nostra città e l’Amministrazione, nei miei due mandati da Sindaco, non ha mai fatto mancare il proprio sostegno e il proprio supporto all’Ateneo orobico, costruendo sinergie significative che hanno consentito di accrescere il potenziale dell’Università e di incrementarne la presenza in città. Nel 2023 abbiamo completato la grande riqualificazione del Complesso monumentale di Sant’Agostino, nei prossimi anni saremo al lavoro per dare concretezza ai progetti Montelungo-Colleoni e ex Accademia della Guardia di Finanza, strategici allo sviluppo di questi due quadranti della città di Bergamo. Comune e Università continueranno a camminare insieme, nella convinzione che solo attraverso un percorso di proficua collaborazione possa determinarsi una crescita ulteriore della nostra città”.

Pasquale Gandolfi, presidente della Provincia

"Come ogni volta la cerimonia di inaugurazione del nuovo Anno Accademico porta con sé una grande emozione per quanto vissuto negli ultimi mesi e per quanto accadrà in quelli che verranno. L'anno in cui, insieme a Brescia, siamo stati Capitale italiana della Cultura ci ha aiutato a scoprire e riscoprire i nostri tesori e ad acquisire consapevolezza sull'importanza di valorizzare i nostri territori e le persone che li vivono, con un'attenzione particolare per i nostri giovani, affinché possano crescere, conoscere e conoscersi migliorandosi e migliorando l'ambiente circostante". 

Alessandro Fermi, Regione Lombardia assessore Università, ricerca e innovazione 

"Pensare al plurale, varcare nuovi confini". Mi piace molto il titolo che è stato scelto per la cerimonia di inaugurazione di questo nuovo anno accademico, perché unisce due concetti a me molto cari, ossia quello del lavoro di squadra e quello di uno sguardo futuro rivolto al mondo. In una città dall'animo imprenditoriale come è Bergamo non poteva che nascere un Ateneo con questo spirito innovativo. E per me, che credo fortemente nella "Lombardia dei territori", è fondamentale che ogni provincia possa avere un riferimento universitario con le sue specifiche peculiarità e che possa essere attrattivo e allo stesso tempo offrire ai giovani opportunità di formazione senza doversi necessariamente spostare a Milano. Poi a fare la differenza è sempre il contributo che ognuno di noi, singolarmente, riesce a dare: rettore, corpo docente, studenti, personale amministrativo... Il lavoro di tutti è fondamentale e a tutti auguro un buon lavoro in questo anno accademico che prende avvio oggi”.

Alessandra Gallone, consigliera delegata del Ministero dell'Università e della Ricerca

“Sono felice di portare il saluto e l'impegno del ministro Annamaria Bernini in occasione dell'apertura del 55° Anno Accademico dell’Università degli Studi di Bergamo, dove mi sono laureata. Questa istituzione eccellente è un vivaio di talenti e un punto di riferimento cruciale nel collegamento tra formazione e lavoro. La sua visione lungimirante guida l'innovazione, promuovendo la collaborazione con enti, istituzioni, imprese e associazioni. Con progetti come l'Erasmus internazionale e l’Erasmus italiano, attraverso lo scambio con UniMediterranea di Reggio Calabria, l'università dimostra un impegno concreto nel varcare confini e guardare al futuro ma soprattutto nel plasmare il destino di professionisti eccellenti con audacia e determinazione”.

L’inaugurazione dell’Anno Accademico è stata anche l’occasione per ricordare l’importanza del ruolo del Personale Tecnico, con l’intervento di Vittorio Zanetti, responsabile del settore Pianificazione e Valutazione di UniBg: “Quello di ‘buona amministrazione’ non è un concetto astratto, retorico, distante e non è prerogativa esclusiva degli Organi di Governo. La buona amministrazione è distribuita capillarmente, e arriva fino alla scrivania alla quale ci sediamo tutti i giorni. Il nostro ruolo – svolto con perizia, dedizione, ponderazione – non è di mero supporto o relegato squisitamente agli aspetti di correttezza procedurale, ma è un ruolo di corresponsabilità da riconoscere. E allora, facciamo gravitare la discussione attorno al rispetto, alla trasparenza, alla programmazione del lavoro e dei carichi di lavoro, all’equità, alla gratitudine. Valorizziamo chi questo valore lo crea, lo protegge, lo progetta, lo sostiene, lo tutela”.

Spazio anche agli studenti, con l’intervento di Maria Schisano, rappresentante degli studenti in Senato Accademico: “L’Università – ha dichiarato – è un luogo ricco di opportunità, di occasioni, di sfide, caratterizzato dal mettersi in gioco e dalla conseguente e inevitabile crescita, non solo didattica ma soprattutto personale. Ma è anche un luogo abitato da tante persone, tante menti pensanti. La comunicazione, il dialogo costruttivo tra le persone che co-abitano l’Università rende il nostro ateneo unico nel suo genere”.

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